Con 18 mila interventi di chirurgia robotica nel 2017 e l'installazione del centesimo robot Da Vinci al policlinico di Catania, l'Italia raggiunge la Francia al primo posto in Europa. In Italia è l'urologia a farla da padrona, con il 67% di interventi, seguita da chirurgia generale (16%), ginecologia (10%). L'incremento registrato è dell'83% a partire dal 2006. leggi su ansa.it
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Elon Musk ha discusso di alcune novità riguardanti il suo progetto di tunnel per il trasporto urbano che la sua società The Boring Company sta portando avanti a Los Angeles. Al loro interno potranno circolare solamente i suoi pod automatici ed elettrici che potranno trasportare sino a 16 passeggeri e viaggeranno ad una velocità sino a 150 miglia orarie, cioè a circa 240 Km/h. leggi su webnews Un gruppo di ricercatori italiani ha dato vita a una mano robotica che piega le dita e afferra oggetti con un'efficienza pari al 90% di quella di una mano naturale. Presentata a Roma, la protesi hi-tech è stata realizzata presso il Rehab Technologies Lab, il laboratorio nato nel dicembre 2013 dalla collaborazione tra l'Inail e l'Istituto italiano di tecnologia. Si tratta di un dispositivo che non richiede bisturi ed è più economico di quelli attuali. I movimenti e la presa - La mano robotica, hanno spiegato i ricercatori, è stata progettata in modo che "conformazione e qualità dei movimenti siano il più possibile equiparati a quelli di una mano naturale e che le persone percepiscano la protesi non come un elemento estraneo, ma come una parte di sé". leggi su TGcom24 Il robot Vera, o meglio il software che ne controlla il funzionamento, seleziona una rosa di candidati attingendo dal database di curriculum ricevuti per una particolare posizione di lavoro. A questo punto, Vera contatta i candidati effettuando interviste telefoniche o videochiamate della durata di 8 minuti che serviranno per effettuare una prima scrematura dei candidati. leggi su l'adige Un piccolo villaggio, studiato per trasformare la cultura lavorativa: non più dipendenti come “isole indipendenti”, ma una comunità in collegamento costante. La sede Puls a Monaco di Baviera, disegnata da Evolution Design, esprime la necessità di uno spazio in grado di supportare la modernizzazione e la digitalizzazione dell’ambiente ufficio, attraverso relazioni di vicinato, in una piattaforma collaborativa. leggi su wow-webmagazine.com Nell'azienda svedese Epicenter è boom di dipendenti che vogliono il Rfid: un microchip che, se impiantato sotto pelle, permette di interagire con le macchine, aprire porte e fare acquisti. È grande come un chicco di riso ed è in grado di sostituire il documento d'identità, la carta di credito, il badge, può aprire porte e attivare pc e stampanti: si tratta di un chip che, impiantato sotto pelle, può trasformare gli uomini in "cyborg". leggi su ilgiornale.it L’Hi-Tech alleato della medicina: non si tratta di comuni tatuaggi, ma di sensori a fior di pelle dotati di caratteristiche tecniche in grado di rivelare, attraverso impulsi elettrici, le funzioni vitali del paziente, senza andare a “sporcare” la pelle dello stesso: l’applicazione può essere rimossa nel giro di qualche giorno con un risciacquo d’acqua. leggi su blastingnews Per Giuliano Noci, professore di Strategia e Marketing alla School of Management del Politecnico di Milano, il biomarketing rappresenta l’ulteriore evoluzione del neuromarketing. “Abbiamo la necessità di comprendere come risponde un individuo esposto a uno stimolo visivo, olfattivo o altro. Da qui la necessità di combinare nuove tecniche di rilevazione con quelle tradizionali …. A noi interessano una pluralità di segnali biometrici, per comprendere le emozioni e le reazioni suscitate da un prodotto, da un brand o da uno stimolo.” leggi su agi.it Il digitale sta plasmando l’ambiente in cui viviamo. Non è più solo una dimensione della comunicazione. Chi lo costruisce fa la politica di quello spazio. Ma in questo spazio la politica non c’è. Lo Stato è assente. È solo uno spazio aziendale. E così la politica perde una grande occasione di migliorare la società. leggi si agendadigitale.eu Per i nostri costituendi Centri di Competenza è invece delineato una specie di processo bottom-up di aggregazione tra Università, Centri di Ricerca e Imprese non è che si rischia di creare una serie di entità burocratiche, che si aggiungerebbero all’architettura esistente nel campo dell’innovazione, distribuita e disarticolata tra mille interessi e aggregazione di micro-poteri? Ecco i punti di forza e di debolezza. leggi su agendadigitale.eu |
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Agosto 2019
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