I social media sono un luogo per tutti e anche chi non è a posto con la legge spesso non resiste alla tentazione di postare, pinnare, twittare e via dicendo.
Analisi e monitoraggio attraverso i social media sono sempre più frequenti per polizie di tutto il mondo. La logica è semplice: i social sono un nuovo strumento per conoscere i legami di una persona, le sue attività e persino i suoi spostamenti, cioè possono offrire un importante contributo per conoscere il contesto sociale di determinati soggetti e nel caso contribuire alle indagini
Derrick de Kerckhove non distingue tra spiati e spioni parla di una “trasparenza simmetrica”, perché “chiunque vede ed è contemporaneamente visto”. Pertanto invita a non disquisire troppo sulla totale tracciabilità nella quale siamo ormai immersi, perché questa è un dato di fatto che peraltro accettiamo aprendo un profilo social, usufruendo dei cookie, scaricando app o postando e condividendo contenuti.
“Semmai uno dei settori educativi su cui una società matura dovrebbe investire di più è quello che ci insegna a gestire e a curare in qualche modo i dati pubblici su di noi, a partire da quelli che mettiamo noi stessi. Del resto la trasparenza è la condizione dell’uomo del futuro: un futuro molto prossimo”. post completo