La psicologa americana Katelyn McKenna ha mostrato come le persone siano più disposte nei social network a rivelare il proprio vero sé di quanto non lo siano nella vita reale. Questo perché all’interno di una rete di «amici» è possibile condividere le proprie convinzioni e le proprie reazioni emotive più intime con minore rischio di disapprovazione o di sanzione sociale.
Ciò li rende lo strumento ideale per narrarsi, decidendo in prima persona quali ruoli e quali eventi presentare. In quest’ottica, il social network può essere considerato il perfetto ambiente di empowerment, in quanto permette di sperimentare nuovi modi di essere senza fare pagare troppo caro il costo delle sperimentazioni non andate a buon fine.